La Colonia Marina "Decima Legio" di Miramare #14 - Il Palloncino Rosso
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La Colonia Marina “Decima Legio” di Miramare #14

La Colonia Marina “Decima Legio” di Miramare #14

 

Proseguiamo il racconto iniziato nell’ultimo articolo, sempre sulle pagine de L’assalto, che nel 1935 aveva pubblicato un’ampia indagine sulla Colonia Bolognese. Viene ripercorsa la scansione temporale di una giornata-tipo, ma avendone già parlato vogliamo evidenziare solo alcuni particolari. Come detto, ogni turno mensile era costituito dai 700 agli 800 bimbi: a questi però andava aggiunto il personale, normalmente composto da 60 unità quello di servizio e da 30 unità quello di direzione, sorveglianza ed educazione, per tutta la durata della stagione.
La vita in spiaggia iniziava alle 9: disposti in squadre, i fanciulli eseguivano gli esercizi di ginnastica al sole, in modo graduale; quindi si riposavano un po’ sotto le tende, giocando. Poi la cura elioterapica, sempre graduale e sotto indicazione del Direttore sanitario; stessa cosa per il bagno: breve, a piccole squadre e solo nei giorni più indicati. Questo fino alle 11.45.
Alla sera, dopo le 20, i bimbi venivano condotti nelle camerate-dormitorio: ai piedi del letto, le maestre facevano dire la preghiera al Crocifisso. Quindi venivano accese delle tenui luci azzurre per conciliare il sonno: due sorveglianti per ogni camerata rimanevano tutta la notte a dormire con i piccoli.
I bimbi ospitati provenivano in genere da famiglie di lavoratori appartenenti ai sindacati, come metallurgici, muratori, ecc. Questa era la suddivisione per età: 6-7 anni, grilli i maschi, lucciole le femmine; quindi 7-8 anni, pulcini e libellule; 8-9 anni, galletti e farfalle; infine 9-12 anni, aquilotti e rondini. Ogni squadra aveva il simbolo ricamato sulla divisa.
Per le cerimonie dell’alza e ammaina-bandiera, le squadre venivano radunate nel piazzale centrale posteriore (lato mare) cantando degli inni. La disposizione era in quadrato, con l’alfiere in testa. Ad un comando gli alfieri si disponevano in circolo attorno al pennone. Quindi l’insegnante di ginnastica iniziava l’appello: “presente!” dovevano rispondere le bimbe, mentre i bimbi con il grido di ciascuna divisione (chissà che grida!), eccetto gli aquilotti che dovevano dire “a noi!”. A questo punto partivano gli inni patriottici fascisti…
Fino a qui le due cerimonie, mattutina e serale, erano identiche: all’ammaino però veniva aggiunto l’appello al Caduto fascista, scelto ogni giorno tra i 52 martiri della X Legio. Mentre il drappo scendeva, le squadre protese in saluto romano salutavano il Re e il Duce. Non v’è dubbio che fossero riti di stampo militaresco, impensabili al giorno d’oggi per dei giovani fanciulli…

(Fonte: L’assalto, 24/08/1935, si ringrazia la Biblioteca D’arte E Di Storia Di San Giorgio In Poggiale di Bologna)