04 Lug La Colonia Marina “Decima Legio” di Miramare #17
Siamo giunti al quinto anno di attività della Colonia Bolognese: le cronache riportano una visita del Segretario federale del Partito in occasione del saggio ginnico alla fine del primo turno. Immediatamente dopo la fiduciaria provinciale dei Fasci femminili, Pina Collina, riaccompagnava a casa i 700 bimbi ospiti della colonia, sempre con treno speciale. Giunti alla Stazione Centrale di Bologna, i piccoli si disponevano per l’ultima volta in colonne allo stile militare, a seconda della squadra di appartenenza, indossando le divise di Balilla, Figli della lupa e Piccole italiane. Dopo alcuni canti, veniva ordinato il “silenzio” ed il saluto alle autorità. Il giorno seguente altri 750 fanciulli partivano con il secondo turno.
E proprio questo gruppo di ospiti ebbe in sorte un’altra visita speciale, questa volta del Duce in persona, accompagnato da Donna Rachele: arrivato nel tardo pomeriggio, si diresse verso i refettori. Quindi, come da prassi, si intrattenne con la direttrice per informarsi sulla salute e sul regime dietetico dei bimbi.
Un semplice dato può darci un’idea di quale dimensione avevano raggiunto le colonie fasciste in quegli anni: 700.000, ovvero il numero di bambini assistiti dal Partito nel 1936 in tutta Italia, di cui circa 7.000 nelle 32 colonie bolognesi, più di 2.000 solo a Miramare. Infatti, oltre a questa, le più importanti gestite da Bologna erano: la 28 Ottobre presso Villa Mazzacurati a San Ruffillo (1.200 bimbi); quella permanente di Casaglia (600 in estate); quelle dei Ferrovieri a Bellaria, Cervia e Porto S. Giorgio e nei centri montani di Pian di Doccia e Cles (circa 1.000); quelle del Pubblico Impiego a Riccione e Plancios, presso Bolzano (400); altri 150 bimbi erano inviati dall’Associazione Dipendenti Aziende statali a Senigallia e Alberoni (Lido di Venezia).
A tutte queste si aggiungevano una decina di colonie elioterapiche ospitate in locali scolastici alla periferia della città, per un totale di altri 1.000 alunni delle elementari. Completavano l’elenco le colonie gestite da vari enti e associazioni, come i Dipendenti comunali, i Postelegrafonici, la Mutua Combattenti.
(Fonti: L’assalto, agosto-ottobre 1936; Bologna, rivista mensile del Comune, settembre 1936; si ringraziano la Biblioteca D’arte E Di Storia Di San Giorgio In Poggiale e l’Archiginnasio di Bologna)