30 Giu La Colonia Marina “Decima Legio” di Miramare #09
«A Miramare di Rimini, lungo la litoranea Rimini-Riccione, sorge la colonia marina della “Decima Legio” […] Quivi, nei mesi estivi, si avvicendano, a turni, duemila e cento fanciulli della provincia bolognese, per ricavare dalle utili cure del mare e, sopratutto, dal tranquillo soggiorno in luogo così ameno e salubre, indiscutibili benefici.
Il primo e l’ultimo pensiero della giornata dei piccoli ospiti è a Dio, il primo e l’ultimo saluto è alla bandiera nazionale; cerimonie brevi ma toccanti, le quali parlano eloquentemente al cuore di ogni fanciullo che, nell’adorazione al Creatore dell’universo, nell’omaggio al simbolo della Patria, accomuna la venerazione ai suoi cari, la riconoscenza ai suoi benefattori, l’attaccamento ai suoi simili.
Occupazioni svariate e divertenti, letture utili e ricreative, cure elioterapiche e bagni, ginnastica respiratoria e regime dietetico ottimo, giochi sani e competizioni sportive, contribuiscono all’opera di bonifica umana, cui fin dalle origini si è accinto il Fascismo Bolognese che vuole il vigore del corpo per la sanità della mente e del cuore, per la difesa della razza, per la sicurezza della Patria».
Così raccontava nell’agosto del 1934 Il Comune di Bologna, bollettino mensile ufficiale dell’amministrazione felsinea: abbiamo evidenziato l’espressione «bonifica umana», perché è proprio con questa accezione che il Regime si riferiva quando si rivolgeva alla gioventù bisognosa di cure, ma anche di educazione civica a quanto si legge in queste cronache. Anche questa pubblicazione dunque, con tutta evidenza, era allineata al Partito, ma è una fonte utile alla ricostruzione storica della colonia perché riflette il clima del tempo.
Proseguiamo: «Il primo agosto, settecento piccoli ospiti della colonia, cento dei quali figli di dopolavoristi dell’Azienda tramviaria comunale e 73 figli dei dopolavoristi comunali, ebbero una clamorosa sorpresa di gioia.
Il Podestà on. Angelo Manaresi, nel suo delicato e paterno sentimento, volle recare ai bimbi della colonia marina della città di cui è primo cittadino, un dono tenue e modesto sì, ma affettuoso e significativo da parte della non immemore Bologna. A nome della Podesteria, egli fece acquistare un migliaio di pittoreschi giocattoli, particolarmente adatti agli svaghi di spiaggia e volle andare a distribuirli di persona, così bonariamente, familiarmente, senza severità e bardature ufficiali, come un buon papà esemplare che scappi in campagna presso i propri cari […]
Non appena si è profilato nella Colonia il furgone magico, contenente i giocattoli, ecco i primi fremiti di giubilo serpeggiare nella marea dei bimbi, messi al corrente della sorpresa dalle consuete insopprimibili indiscrezioni».
(Fonte: Il Comune di Bologna, agosto 1934, Biblioteca dell’Archiginnasio)