Le colonie marine: organizzazione e funzionamento #04 - Il Palloncino Rosso
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Le colonie marine: organizzazione e funzionamento #04

Le colonie marine: organizzazione e funzionamento #04

 

Con questo articolo vogliamo fornirvi alcuni dati scientifici sugli effetti delle cure marine sui piccoli ospiti delle colonie, come ideale prosecuzione degli studi di Nanni. In particolare cerchiamo di riassumere una indagine condotta dal dott. Enrico Azzi all’inizio degli anni Trenta sull’aumento di peso nei bambini dai 6 ai 12 anni, dopo un mese di soggiorno in colonia: egli in quel periodo era direttore sanitario proprio della “nostra” Colonia Bolognese di Miramare.
Azzi voleva dare obbiettività, tramite documenti scientifici, a quelle che al tempo erano ancora intuizioni empiriche, sulle risultanze delle cure marine: non più solo sui figli delle classi più abbienti e sui quei soggetti in cui le affezioni morbose erano conclamate (es. tubercolosi), ma anche – e in prevalenza – delle classi operaie e contadine. Occorre premettere comunque che quello che segue riguardava unicamente i risultati immediati, quindi parziali, delle cure marine, perché per ovvi motivi non era semplice seguire gli effetti tardivi degli influssi talassoterapici dopo il rientro in famiglia degli ospiti.
Un primo dato empirico si riscontrava nelle domande di accoglimento presentate dai genitori, i cui figli erano già stati in colonia: essi dichiaravano infatti la minor tendenza, durante l’inverno, a contrarre malanni (come raffreddori e bronchiti), un miglior aspetto e maggiore resistenza alle fatiche.
Tuttavia per avere appigli più sicuri bisognava andare necessariamente sulle statistiche, in particolare gli indici di peso e statura, seguiti mese per mese: tramite questi si poteva valutare la «spinta evolutiva» ricevuta durante il mese di soggiorno anche nel periodo successivo, mediamente di sei mesi. Come detto, i bimbi ospitati non erano necessariamente malati, ma più in generale in stato di gracilità e deperimento, per vari motivi; anche se il dato più interessante proveniva dai piccoli affetti da ipertrofia tonsillare e adenoidi.
La ricerca, riferita agli anni 1932-1933, mostrava come i 3.500 ospiti della Colonia Bolognese (equamente divisi tra maschi e femmine) fossero aumentati di peso mediamente di kg 1,22 (ossia il 4,81%): questo dopo 25 giorni di cura. Solo 90 soggetti (2,5%) erano calati di peso, mentre per alcuni l’incremento era stato anche di kg 5,8! I maschi erano aumentati in misura leggermente superiore alle femmine: più in dettaglio, nei primi l’aumento maggiore si riscontrava nella fascia d’età 9-12, mentre nelle seconde nella fascia 6-10. Quest’ultimo aspetto, a parere del medico, era dovuto in realtà più alla naturale precocità dello sviluppo pubere nelle bambine che al clima marino.
Il dott. Azzi affermava comunque che questi incrementi erano superiori anche alla normale spinta evolutiva tipica del periodo primaverile-estivo. Altro dato interessante era quello riferito alle due grandi classi: quella dei gracili/deperiti e quella dei linfatici/adenoidei. Ebbene l’aumento maggiore (5,55% contro 3,25%) riguardava i secondi, che pure partivano da una media ponderale superiore.
Terminiamo l’analisi con un ultimo dato, solo in parte sorprendente: a quanto pare il mese meno indicato per il soggiorno era proprio agosto (aumento medio solo del 3,7%), questo perché normalmente si ha una stasi nello sviluppo, ma anche per via delle temperature e del minor appetito.
A quale conclusione era giunto il dott. Azzi? A cosa era dovuto questo incremento ponderale? Se i fattori connessi alla vita in colonia (alimentazione, ginnastica, elioterapia, balneoterapia, disciplina) non erano affatto da escludere, proprio l’analisi di queste statistiche induceva, più cautamente, a non sopravvalutare il concetto “ricostituente”, ma a considerare anche altre motivazioni: biologiche (es. ormonali) e climatiche. Ovvero, per dirla breve: più il mare della colonia stessa.

(Fonte: Centro di Studi di Talassologia medica della Riviera di Rimini, Studi e ricerche dell’anno 1933; immagine tratta da L’assalto, 1935)