09 Lug L’Ospedale militare “X Legio” #01
Riprendiamo il racconto sulla Colonia Bolognese di Miramare, rammentando brevemente quello che accadde nel 1940: anche in questa colonia, così come in tante altre sulla Riviera Adriatica, vennero accolti – diversamente che in passato – i figli dei connazionali residenti all’estero, con predominanza di quelli provenienti dalla Libia e dall’Africa orientale (Eritrea, Etiopia e Somalia). Nello specifico alla “X Legio” (così ancora era denominata) il contingente, stando alle cronache, era molto variegato; ma nei primi mesi del 1941 erano attestati anche qui i bimbi libici: in un trafiletto sul Corriere padano infatti si parla della proiezione di un film offerta «ai bimbi dei coloni della Libia».
Nel marzo del 1941 tutti i quotidiani riportavano una notizia che potrebbe apparire secondaria, ma in realtà non lo è: ci riferiamo alla visita della Principessa di Piemonte, Maria José, ai feriti di guerra, ricoverati negli ospedali territoriali della Riviera. La cosa in effetti ci riguarda, perché come abbiamo già spiegato in precedenza, quell’anno ci fu una corposa riorganizzazione delle colonie e molte di esse divennero appunto ospedali militari. La Reale di Piemonte visitò i maggiori ospedali della zona: “Dalmine” a Riccione, “Arnaldo Mussolini”, “Murri” e “De Orchi” a Rimini.
Quanto alla X Legio, essa divenne ospedale a tutti gli effetti verosimilmente tra la fine di marzo e l’inizio di aprile, perché in quei giorni ci fu un’altra proiezione (sui Principi di Savoia in vacanza) in occasione proprio dell’imminente trasferimento dei bimbi libici. A conferma di ciò, alcuni documenti d’archivio riportano la data del 1° aprile 1941 come inizio dell’affitto al Regio Esercito: in particolare qui venivano accolti i soldati reduci dalla Russia.
Le cronache riportavano spesso esempi di generosità verso i feriti, da parte della cittadinanza locale e in particolare dei Fasci femminili: ai soldati infatti venivano offerti doni di vario tipo, come dolci, frutta, sigarette…nonché somme di denaro, ma anche libri. Famose erano la “Befana fascista” e la “Pasqua del Ferito”, con il contributo significativo di diverse scuole e alcune banche.
Frequentissime erano anche qui le proiezioni e gli spettacoli teatrali e musicali di intrattenimento, in particolare ad opera del Dopolavoro comunale: uno di questi, molto curioso perché diretto dal Cappellano militare e interpretato dagli stessi infermieri e avieri, ebbe luogo proprio al X Legio. E sempre i militari del X Legio, con spirito solidaristico, eseguirono nell’ottobre del 1941 una rappresentazione in favore dei degenti del Murri.
(Fonte: Corriere padano, 1941: 20/2, 9/3, 23/3, 12/4, 22/6, 8/7, 20/7, 8/10; fonte immagine di copertina: La Rimini che c’è ancora di A. Pedrazzi (2011), si ringrazia la Biblioteca civica Gambalunga – Rimini)